Renato Coccia e la rilettura del brigantaggio teramano dell' 800
Sopra: Civitella del Tronto 21 dicembre 1860. Una banda partigiana di duecento uomini, una Compagnia di formazione regia di cento uomini al comando del capitano Giovene mentre attaccano la Compagnia del 9° Battaglione Bersaglieri, presso il convento di S. Maria dei Lumi. Olio su tela.
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Continuando la sua esplorazione della storia abruzzese dell' Ottocento, Renato Coccia si sofferma questa volta sugli anni della guerra civile o del cosiddetto "brigantaggio politico" che disseminò certamente tanti lutti nelle contrade del meridione, ma anche rappresentò l' unica opposizione organizzata e consapevole al governo piemontese, la cui azione apparve repressiva e colonizzatrice invece che libertaria e moderna.

Il sodalizio con Ercole Bonanni, come già quello con Luigi Braccilli, ha consentito al Coccia di penetrare nei risvolti meno illuminati della nostra storia risorgimentale e di riproporre all' attenzione di tutti le figure principali e i protagonisti minori di quel biennio (1860 - 1861) in cui molte coscienze furono messe a dura prova ed altre tacitate dalle ammonitrici sciabole delle guarnigioni sabaude, se non anche dai processi sommari e dalle palesi ed occulte minacce esercitate dai capoposti in coccarda tricolore.

Renato Coccia, giustamente, da pittore qual'è, non fa polemiche - neanche le più plausibili - e si limita a rappresentare in olii e grafiche il ricco materiale messo insieme da Bonanni, ma la sensibilità vigile che è dietro ai suoi quadri e la buona conoscenza storiografica che egli ha conseguito prima delle realizzazioni pittoriche in biblioteche e musei della regione, gli hanno consentito di compiere un' operazione non pedissequa, direi anzi nuova ed originale, specie ove si pensi alla fastidiosa retorica che ancor oggi soffoca tale materia o agli stereotipi patriottardi e di malintesa italianità che hanno rimosso dalla memoria dei più i nomi e i fatti di quella storia non proprio remota, i cui effetti hanno peraltro accentuato la "questione meridionale" e resi umanamente più drammatici gli aspetti sociali di molte località abruzzesi.

E allora acquistano una luce tutta da rimeditare le immagini di Controguerra, di Sant' Omero, delle bande partigiane, dei legittimisti, della fortezza di Civitella e ancor più di Ferdinando Gemignani, di Francesco Feliciani, di Carlo Nunziani, di Domenico Tonelli (fucilati a Corropoli) o di Bernardo Stramegna, oppure lo scontro tra "briganti" e Guardia Nazionale a Castiglione della Valle, uno degli episodi più cruenti della guerra civile, pari a quello di Ancarano del 25 ottobre 1860 o di Castagneto (senza far torto agli altri paesi che pure parteciparono da entrambe le barricate alle vicende della guerra, come Castelli, Sant' Egidio, Isola del Gran Sasso, Campli, ecc.)

Costelli (Teramo) - Scontro tra Esercito Piemontese - Sardo e Briganti Legittimisti   Olio su tela 70 x100 cm.
S. Egidio (Teramo) - Tumulto fra gendarmi provenienti da Civitella del Tronto e Santegidiesi.- Olio su tela  40 x 80 cm.

Renato Coccia ripercorre con meticolosità ed acuta fantasia questo universo di spiriti destinati, malgrado tutto e in ogni caso, a soccombere, impiegando di frequente i notturni, i segni tenui della sera, le allusività di un paesaggio urbano e rurale dove si colgono anche le presenze della fede (San Gabriele, Padre Norberto, Padre Zilli) e i ruoli a cui ciascuno è chiamato per volontà o per destino.

Ma Coccia resta comunque un pittore, e il suo bisogno di conoscenza, benchè fruito dalla specola della storia, segue il gioco archetipico dell' arte e il linguaggio inesauribile delle essenze, restituendo forme e immagini che si fanno scritture complesse, brani di un immaginario epico ed eroico non sopraffatto dalle ambiguità della cultura dotta, anzi evocato e riprodotto nei suoi nomi tangibili, concreti e perciò modernamente inturgidito nei rimandi della testimonianz

Ciò permette al Coccia di schivare il rischio del bozzettismo, implicito in tali soggetti, e di controllare con vigile coscienza la trama dei messaggi, in modo che le immagini reali, con le loro materialità storiografiche, non dilaghino sulle presenze silenziose, anteriori o di natura strettamente pittorica, e che, viceversa, le congenialità del tema non soffochino i vincoli pur documentaristici del progetto. Sicchè proprio in questo equilibrio, in questa perfetta coniugazione di dati oggettivi e di memorie popolari è la resa migliore del Coccia, la validità delle sue ultime cose.

(Vito Moretti)

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Isola del Gran Sasso (Teramo) - Scontro tra legittimisti e Guardie Nazionali, unitamente all' Esercito Piemontese - Olio su tela 80 x 120 cm.
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